Dante Alighieri, il sommo poeta della Divina Commedia, visse a Ravenna per tre anni: dal 1318 fino alla morte, avvenuta nel 1321.
A Ravenna era giunto con i suoi tre figli Jacopo, Pietro e Antonia in un triste e forzato esilio, ospite dell’amico Guido Novello Da Polenta, podestà della città. Qui si fermò, per gli ultimi anni della sua esistenza, partecipando alla vita culturale e concludendo la stesura della sua Commedia (parte del Purgatorio e l’intera cantica del Paradiso, pubblicata postuma dai suoi figli), che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo.
Ancor oggi questa città custodisce e celebra i ricordi del Poeta. Dopo la sua morte, a Ravenna furono attivi maestri e letterati che la resero un centro di rilievo del primo Umanesimo.
La “zona dantesca”, chiamata anche “zona del silenzio”, è una tranquilla area del centro storico, una delle zone più suggestive della città. Essa ospita:
la Tomba di Dante, un’opera architettonica che, pur di modeste dimensioni, rispecchia i canoni neoclassici settecenteschi;
il Museo Dantesco, situato nella suggestiva cornice degli Antichi Chiostri Francescani; attraverso percorsi tematici, mira a valorizzare il ruolo che la città ebbe negli anni dell’esilio del Poeta;
la Basilica di San Francesco, dove fu celebrato il funerale di Dante. E’ in questa chiesa, tanto cara alla famiglia dei Da Polenta, che dobbiamo immaginare un Dante raccolto in meditazione.
All’angolo fra via Da Polenta e via Dante Alighieri si trova un’antica dimora medioevale ritenuta casa dei Polentani.